Innovazione
Se l’aspartame è cancerogeno salta il Nutriscore
3/7/2023
Se l’aspartame sarà dichiarato cancerogeno dovrà essere definitivamente detta la parola fine a ogni possibilità di presentare a livello di Unione Europea una proposta di etichetta a colori Nutriscore che attualmente nei supermercati boccia con il colore rosso cibi con zuccheri naturali e promuove con quello verde le più note bibite gassate ricche di aspartame, di cui non si conosce neanche la ricetta completa. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare la notizia che l’International Agency for Research on Cancer (Iarc), l’agenzia dell’Oms specializzata nella ricerca sul cancro, potrebbe presto classificare il dolcificante artificiale aspartame come “possibile cancerogeno per l’uomo” per il prossimo 14 luglio, quando sarà resa disponibile la monografia Iarc dedicata all’aspartame e la valutazione sarà pubblicata sulla rivista Lancet Oncology.
Una novità che dovrebbe metterne in dubbio la legittimità di utilizzo anche nei paesi in cui l’etichetta Nutriscore è già stata adottata, come Francia. L’aspartame non è peraltro utilizzato solo nelle bevande ma anche in altri alimenti, come dolciumi, cereali, patatine, gomme da masticare, ecc. esponendo quindi consumatori meno attenti, spesso i più piccoli, a effetti cumulativi e occorre dunque stare attenti all’etichetta che deve indicare tra gli ingredienti la presenza dell’additivo E951.
I rischi per la salute derivanti dall’aspartame che circolano negli ambienti scientifici non sono attualmente considerati dall’etichetta Nutriscore per la quale la presentazione di una proposta nella Ue in autunno non è ancora esclusa. Si tratta di un sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti sintetici di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. I sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia senza tenere conto delle porzioni e promuovendo paradossalmente cibi con dolcificanti artificiali come l’aspartame.
I dubbi e le preoccupazioni su un dolcificante artificiale come l’aspartame in commercio da quaranta anni dovrebbero peraltro indurre alla prudenza e al rispetto del principio di precauzione di fronte all’arrivo dei cibi artificiali e sintetici contro i quali è nata una inedita, larga e composita alleanza di cui fanno parte Acli, AcliTerra, Adusbef, Anpit, Asi, AssoBio, Centro Consumatori Italia, Cia, Cna, Città del Vino, Città dell’Olio, Codacons, Codici, Consulta Distretto del Cibo, Ctg, Coldiretti, Demeter, Ecofuturo, Ewa, Federbio, Federparchi, Fipe, Fondazione Qualivita, Fondazione Una, Fondazione UniVerde, Globe, Greenaccord, Gre, Italia Nostra, Kyoto Club, Lega Consumatori, Masci, Movimento Consumatori, Naturasi, Salesiani per il sociale, Slow food Italia, Unpli, Wilderness. L’iniziativa è stata varata dai rappresentanti delle diverse Organizzazioni ha come primo obiettivo la sottoscrizione di un Manifesto per esporre le ragioni dell’alleanza ed aprire un confronto con istituzioni, associazioni, mondo scientifico, imprese e cittadini per l’avvio di una battaglia – quella contro il cibo sintetico e artificiale – che è possibile vincere – sostengono le Organizzazioni – anche in una proiezione europea, nella certezza di agire per il bene comune. Una assunzione di responsabilità nella ricerca delle ragioni tecniche e valoriali per contrastare rischi reali di desertificazione delle campagne, di speculazione finanziaria e monopolio brevettuale insieme a preoccupazioni di allarme per la salute dei consumatori.
La preoccupazione cresce anche all’estero dove i mercati contadini di tutto il mondo aderenti alla World Farmers Markets Coalition hanno siglato una grande alleanza mondiale per fermare una pericolosa deriva che mette a rischio la sana alimentazione e l’agricoltura di tutti i Paesi, facendo propri i dubbi espressi da Fao e Oms che hanno individuato ben 53 pericoli potenziali per la salute, dalle allergie ai tumori ma anche le preoccupazioni sul piano ambientale.
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