Economia
Regina al Messaggero: difendere l'idroelettrico dalla concorrenza estera
27/12/2024
“Non si comprende perché l'Italia debba seguire un percorso diverso di liberalizzazione rispetto agli altri Paesi. È necessario difendere l'idroelettrico dalla concorrenza estera”, così Aurelio Regina, Delegato del Presidente di Confindustria per l'Energia, in un’intervista al Messaggero rilancia l’appello al governo sull’idroelettrico per tutelare la sicurezza e la competitività del settore.
I rischi sono molti per l’Italia, “un operatore può decidere a chi dare l'energia. E uno straniero – ha sottolineato Regina - sentirebbe meno vincoli verso un mercato” diverso dal suo e potenzialmente potrebbe sfruttare questo asset strategico a scapito della sicurezza energetica, per esempio, con politiche di prezzo fuori mercato. Questo vale ancora di più se il soggetto internazionale proviene da un Paese dove non c'è reciprocità verso le imprese italiane.
È necessario agire, quindi, perché il mercato dell'energia è cambiato; si è accelerato il processo della decarbonizzazione nella produzione e nei consumi, in uno scenario di turbolenze geopolitiche, mentre si sono diversificati i nostri fornitori e sono aumentati i costi di trasporto; i prezzi dell'energia ci rendono sempre meno competitivi, poiché, rispetto alla media italiana, in Germania si risparmia il 40%, in Spagna il 70, in Francia l’87. Questi Paesi hanno poi sfruttato le loro fonti "naturali" e “le differenze sul prezzo abbassano la competitività dei nostri distretti industriali – ha sottolineato Il Delegato per l’Energia - rispetto ai diretti concorrenti. Le aziende, poi, hanno bisogno di certezze per programmare gli investimenti”.
In questo scenario, Regina ha ribadito l’importanza dell'idroelettrico, perché è tra le maggiori fonti di ricchezza per il nostro Paese, con il rilevante apporto in termini di sicurezza energetica, di sostenibilità, e risparmio di acqua, oltre ad essere un argine per la tenuta idrogeologica. Inoltre, i benefici in termini di energia risparmiata sono pari a 1,4 TWh annui e le ricadute economiche indirette per il Paese sono di 52 miliardi di euro. Secondo Aurelio Regina, per le imprese questo vuol dire “energia a basso costo e pulita, che non impatta sul sistema di trading delle quote Ets e sulle possibili sanzioni. Occorre destinare quote della produzione idroelettrica alle imprese prevedendo una riserva percentuale a prezzi funzionali a sostenere la competitività del comparto produttivo. Intanto abbiamo proposto di contrattualizzare quantitativi di energia a prezzi più contenuti con i contratti Ppa a lungo termine. In questa direzione il governo ha già dato una risposta con l'Energy Release. Ma dobbiamo lavorare per un mercato dell'energia che punti a disaccoppiare la valorizzazione dell'energia negoziata a lungo termine rispetto a quella del mercato spot, altrimenti le tariffe scenderanno più lentamente”.
Allegato