Economia

Orsini al Corsera: subito un piano triennale per tornare competitivi, a rischio interi settori

18/12/2024

“Purtroppo, tutte le leggi di Bilancio sono una rincorsa. La si chiuda in fretta, confidiamo che le cose rimangano come le abbiamo lette ieri con un'Ires dal 24 al 20%, seppur con dei distinguo, e poi si definisca un piano triennale per l'industria italiana. Questa è l'urgenza”. Questo il messaggio lanciato dal Presidente di Confindustria nell’intervista sul Corriere della Sera in vista dell’approvazione della manovra. Un orizzonte di tre anni. “Prima di tutto per individuare i settori su cui puntare con nuovi investimenti e quelli che invece devono essere accompagnati a una riconversione. Tre anni per recuperare competitività sulla logistica, sul costo dell'energia”, - ha continuato – “Da tempo abbiamo sollevato la questione e mi permetta di farlo anche qui con forza: non siamo di fronte a una crisi congiunturale qualunque, in ballo c'è la sopravvivenza di interi comparti. Non solo l'auto. La chiave è mettere gli investimenti pubblici e privati al centro. È chiaro che con un debito pubblico di 3.000 miliardi e tassi che scendono troppo lentamente noi come Italia possiamo fare ben poco. Serve un Next generation Eu per rilanciare l'industria”. Sull’ipotesi di revisione del Green Deal da parte della nuova Commissione Orsini ha sottolineato: “Dal 7 gennaio saremo più tempo a Bruxelles che a Roma. Abbiamo buoni segnali di apertura e di dialogo. Ora servono i fatti. Se i fatti non arrivassero siamo pronti anche ad azioni simboliche. Anche ad andare davanti al parlamento europeo con tutti i nostri imprenditori, se necessario. Non solo italiani. Da mesi stiamo costruendo un'azione coordinata con le confindustrie di Francia, Germania, Spagna, Portogallo ed è necessario che siano con noi anche Polonia e Repubblica Ceca che presto incontreremo”. Confindustria valuta da sempre i provvedimenti del governo: “Si scambia la capacità di dialogo costruttivo con la collateralità. Le nostre istanze sono state portate a tutti allo stesso modo, maggioranza e opposizione, anche se in alcune partite, come l'energia, ci troviamo con parte dell'opposizione contrapposti”. Inoltre, – fa notare il Presidente – “la maggioranza in Europa non è la stessa che abbiamo in Italia. E con Bruxelles stiamo cercando lo stesso dialogo. A essere sinceri la strada non è semplice”. Sulla proposta di un'ires premiale Orsini ha spiegato: “È un cambio di paradigma per una serie di motivi: il primo è che premia chi le tasse le paga. II secondo: sostiene gli investimenti e in questa fase questo è importantissimo. II terzo: aiuta a patrimonializzare le aziende. II quarto: fissa la tassazione in maniera competitiva a livello internazionale" auspicando che "non si vincoli al fatto di non aver chiesto la cassa integrazione ordinaria. Che colpa ha un'azienda se costretta a rallentare la produzione per colpa di un evento atmosferico?”. Sul reperimento delle relative risorse "non spetta a Confindustria dire al governo dove prendere le coperture", mentre su Transizione 5.0 "confidiamo che le semplificazioni richieste entrino nel testo. Sono fondamentali” ha avvertito Orsini. “Ma non basteranno: si chieda subito in Europa la possibilità di allungare i termini. Altrimenti una parte dei fondi resterà inutilizzata”. In merito al capitolo energia, “II nucleare è l'unica via” – ha confermato - e “le aziende italiane sono disponibili non appena pronti ad ospitare i mini-reattori. Nell'attesa dobbiamo subito creare il mercato unico europeo dell'energia e disaccoppiare il prezzo delle rinnovabili da quello delle fonti fossili abilitando i contratti di lungo periodo”.  Sull’automotive, “Se tutti i 400 milioni (del fondo per l’auto) saranno utilizzati per sostenere la transizione e gli investimenti per le aziende della componentistica, ci potremo sentire soddisfatti” - ha detto il Presidente, aggiungendo che solo se Stellantis produrrà a regime almeno un milione di veicoli “ il nostro indotto sarà al sicuro”. Infine, Orsini ha ribadito di non aver avuto i sindacati al fianco nella difesa dell'industria, riferendosi in particolare allo sforzo per convincere l'Ue a rimettere in discussione il green deal. "Li inviterò di nuovo a gennaio a Bruxelles – ha annunciato -, con i nostri e i loro colleghi, perché insieme la nostra azione sarebbe più forte per la tutela di industria e lavoratori europei”. E ha sottolineato il Presidente “Insieme potremmo fare accordi migliorativi su vari fronti, dalla rappresentanza alla sicurezza. Ma tutti devono essere a bordo”.
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