Politica
Ocse: il Pil dell'Italia +1,2% nel 2023, +1% nel 2024
9/6/2023
I ritardi nell'attuazione del Pnrr potrebbero ridurne la crescita
L'Italia dovrebbe registrare una "crescita modesta" nel 2023 e 2024, con il Pil che rallenterà dal 3,8% del 2022 all'1,2% quest'anno e all'1% il prossimo.
Lo scrive l'Ocse nell'Economic Outlook.
"I rischi per la crescita - si legge - sono sostanzialmente bilanciati" anche grazie agli elevati risparmi delle famiglie "che potrebbe guidare a un rimbalzo della domanda interna più rapido" del previsto. "Al contrario - avverte l'Ocse - ricadute negative dalla recente turbolenza del settore bancario internazionale o ulteriori ritardi nell'attuazione dei progetti di investimento pubblico del Pnrr potrebbero rallentare la crescita".
Per quello che riguarda invece l'evoluzione del carovita, "nel complesso, la combinazione di prezzi dell'energia più bassi, condizioni finanziarie più restrittive e politiche fiscali moderatamente restrittive dovrebbero portare a un graduale allentamento delle pressioni inflazionistiche pur consentendo una modesta ripresa dell'attività".
Il Pnrr
"I ritardi nell'attuazione del Piano di ripresa e resilienza potrebbero ridurre la crescita del Pil" dell'Italia". L'avvertimento è lanciato dall'Ocse nell'Economic Outlook 2023. Secondo l'organizzazione internazionale, piuttosto, "la rapida attuazione delle riforme strutturali e dei piani di investimento pubblico nel Pnrr sarà fondamentale per sostenere l'attività a breve termine e gettare le basi per una crescita sostenibile nel medio termine", oltre ad avere "l'ulteriore vantaggio di esercitare ulteriori pressioni al ribasso sul rapporto debito/Pil".
L'Ocse sottolinea che "le riforme in corso della pubblica amministrazione, del sistema giudiziario e della concorrenza sono a buon punto e restano fondamentali per aumentare il Pil nel medio termine. Ma la spesa dei fondi NewGenerationEu è in netto ritardo, con la spesa cumulata che alla fine del 2022 era di circa il 50% inferiore ai piani di spesa iniziali, il che riflette principalmente ritardi nell'attuazione di progetti di investimento pubblico". Per questo, secondo gli economisti di Parigi, "la priorità dovrebbe essere quella di sostituire rapidamente progetti non fattibili con progetti fattibili e rafforzare la capacità della pubblica amministrazione di agire in modo efficiente gestire e realizzare i progetti di spesa pubblica previsti dal Pnrr.
Le riforme
"L'orientamento di bilancio leggermente restrittivo" dell'Italia "appare ampiamente appropriato e negli anni a venire sarà necessario un consolidamento continuo per porre fine al problema rapporto debito/Pil su un percorso più sostenibile". Lo dicono gli economisti dell'Ocse nell'Economic Outlook precisando che "le riforme strutturali saranno un elemento chiave per sostenere la crescita e ridurre il rapporto fra debito pubblico e pil". Secondo le stime dell'Ocse, il debito quest'anno scenderà al 140,7% e nel 2024 al 139,4%, mentre il deficit scenderà dall'8% del Pil dello scorso anno al 4,1% per poi calare ulteriormente al 3,2% nel 2024. In particolare l'Ocse sostiene che "mentre la politica fiscale nel periodo 2023-24 trova un giusto equilibrio tra prudenza di bilancio e sostegno alla crescita, negli anni a venire sarà necessario un maggiore risanamento dei conti per aumentare il rapporto debito/Pil lungo un percorso più sostenibile".
Secondo gli economisti di Parigi "i piani di consolidamento dovrebbero includere misure ambiziose per combattere l'evasione fiscale e revisioni complete della spesa per aumentare l'efficienza della spesa pubblica" E anche l'attuazione delle misure del Pnrr innalzando la crescita "potrebbero avere il beneficio aggiuntivo di ridurre il rapporto tra debito e Pil". L'organizzazione internazionale ricorda tra l'altro anche che "sta anche aumentando il costo del governo per rifinanziare l'ampio stock di debito pubblico, con i costi del servizio del debito dovrebbero raggiungere circa il 4% del pil nel 2024"
L'aspetto globale
"Gli sviluppi economici globali hanno iniziato a migliorare, ma la ripresa rimane fragile". E' quanto si legge nell'Economic Outlook dell'Ocse secondo cui "la crescita del Pil globale dovrebbe ridursi dal 3,3% del 2022 al 2,7% nel 2023, prima di raggiungere un ancora modesto 2,9% nel 2024". Come afferma la capo economista Clare Lombardelli, "l'economia globale sta girando un angolo, ma deve affrontare una strada lunga e tortuosa per raggiungere una crescita forte e sostenibile". Le prospettive restano ancora "significativamente incerte" e tra i motivi di maggior preoccupazione sono da evidenziare l'inflazione e la guerra in Ucraina.
La necessità di abbassare in modo duraturo l'inflazione, adeguare il sostegno della politica fiscale e rilanciare una crescita sostenibile "crea sfide difficili" per i responsabili dei governi e delle banche centrali dei paesi Ocse. E' l'avvertimento lanciato dall'organizzazione economica internazionale nell'Economic Outlook 2023. E "i responsabili politici devono agire con decisione sulla politica macroeconomica e strutturale per ottenere una crescita più forte e sostenibile".
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