Moda: de Cles (Unimpresa), serve marchio contraffazione unico
30/3/2023
Introdurre il marchio di certificazione unico nel settore tessile e manifatturiero, con l’obiettivo di tutelare al meglio i prodotti made in Italy. E poi una serrata lotta alla contraffazione, anche con campagne di sensibilizzazione dei consumatori. Sono alcune delle proposte messe sul tavolo dal consigliere nazionale di Unimpresa, con delega di ambasciatrice della moda nel Mondo, Margherita de Cles, nel corso di un incontro al ministero delle Imprese e del made in Italy. Tra le proposte presentate da de Cles, poi, la valorizzazione delle imprese del settore moda attraverso l’incentivazione dei distretti tessili, la creazione delle digital academy, il sostegno alla digitalizzazione e alla formazione tecnica professionale del settore tessile e moda, la tutela dei diritti dei lavoratori, il sostegno all’export verso l’India, la sostenibilità.
Più nel dettaglio, per quanto riguarda l’export verso l’India, secondo de Cles si tratta «di uno dei Paesi più in crescita a livello di popolazione e di classe economica medio alta. L’India sta vivendo un vero e proprio boom economico dopo il Covid, il prezzo dei terreni è aumentato e il governo sta investendo a livello infrastrutturale al fine di agevolare gli spostamenti. Nonostante la crisi europea, l’India è “in pista” e viaggia soprattutto in Italia, comprando prodotti di moda rigorosamente made in Italy. Pertanto, promuovere nuovi brand attraverso le camere di commercio italiane in India può rappresentare un buon passo per garantirsi una bella fetta di mercato per i prossimi decenni». Durante la riunione, il consigliere nazionale di Unimpresa si è soffermato molto sul tema della sostenibilità. Argomento di cui «si è parlato molto in Italia negli ultimi anni, ma senza seguire una una vera e propria definizione. Pertanto, non di rado brand e associazioni hanno utilizzato questa parola così in voga solo per moda e non per gli effetti reali. Il Green Claims Code redatto in Inghilterra a settembre 2021 ruota intorno a sei pilastri fondamentali: sii “veritiero e accurato”; sii “chiaro e non ambiguo”; non omettere o nascondere informazioni importanti; includi solo “confronti equi e significativi”; considera l’intero ciclo di vita del prodotto; motiva le tue affermazioni. Questo è ciò che dovremmo fare anche in Italia dando una linea guida ben definita al fine di evitare che certe parole vengano usate impropriamente. Sostenibilità è contro il business, ma nasce per la tutela dell’ambiente, dei lavoratori e l’uso di tessuti che rispettino il corpo (senza l’uso di colori tossici come nel denim) e possano facilmente essere riciclati» ha osservato de Cles.