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LetExpo2024, ALIS Cafè: I PROTAGONISTI DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE

14/3/2024

**Massimo Deandreis - Direttore SR-M:"La competizione geopolitica in gran parte oggi si gioca sul mare" “Questa situazione internazionale dimostra come la competizione geopolitica in gran parte oggi si gioca sul mare. Prima sul mare si giocavano i commerci e la questione geopolitica era più terrestre, ora invece si interfaccia con quella commerciale. Un punto di contatto è proprio il Mar Rosso e il Canale di Suez, l’arteria più importante a livello marittimo. Vent’anni fa era pari al canale di Panama, oggi prima della crisi abbiamo avuto i picchi massimi per Suez che coincide con il massimo revenue per l’Egitto. C’è anche in questa crisi l’aspetto della stabilità dell’Egitto, un paese chiave dell’area. Il che dimostra che i commerci dall’Asia sono più convenienti se passano da Suez, il che impatta su America, Europa e Asia. La crisi attuale ha disincentivato i passaggi, in termini di portacontainer si è calati da 70 a 40 al giorno. Cresce il porto di Tangeri, calano il Pireo, Malta, quei porti di transhipment collocati più verso Suez. La storia ce lo insegna, ai tempi delle repubbliche marinare la crescita di Venezia era prima della scoperta dell’America. Ma nella storia i due poli Gibilterra e Suez si sono sempre bilanciati, quando cala uno cresce l’altro. Un tragitto più lungo vuol dire più carburante, più personale, più costi assicurativi, questo spinge i costi dei noli anche se c’è stato un leggero rientro dal picco di gennaio. Dal punto di vista dell’impatto inflattivo, è ancora contenuto: questo perché il costo del trasporto è comunque marginale rispetto al prezzo finale; e perché a livello europeo ci sono paesi come la Germania che sono in fatica dal punto di vista economico, un certo rallentamento della domanda interna compensa la spinta inflattiva”. **Diego Pellicioli - AD ESG Rent : “L’immatricolazione dei veicoli carbon free”** “Siamo in ritardo sul costo del veicolo elettrico, tre volte tanto sul mezzo industriale rispetto a quello diesel, con un deficit infrastrutturale importante, per esempio rispetto alla Cina. ESG, ritenendolo un business importante, punta molto sul veicolo elettrico, ad attendere l’idrogeno, per i veicoli industriali, con una richiesta dei committenti di green. Occore operare in modo intelligente, senza soluzioni facili: notiamo con piacere che case come Iveco o Mercedes hanno creato un valore residuo più sfidante, accrescendo quindi il valore dei propri mezzi. Un’altra strada che abbiamo percorso è l’aver firmato un memorandum con un produttore cinese, per importare un veicolo con un canone che assomigli molto al canone di un veicolo diesel. La nostra filosofia è green come business, l’anno scorso soltanto 72 veicoli elettrici sono stati targati, bisogna mettere veicoli su terra in tempo reale, senza passare dall’intera filiera” **Franco Cotana - AD RSE: “Sulla decarbonizzazione siamo indietro, ma la Germania sta peggio di noi”** “Il ‘Piano nazionale integrato energia e clima’ è lo strumento fondamentale che il nostro Governo si è dato per rispondere agli obiettivi dell’UE per la decarbonizzazione dell’economia. Pone obiettivi molto sfidanti perché, a seguito degli eventi che si sono succeduti, mirando alla defossilizzazione, che è la riduzione delle emissioni di anidride carbonica in aria, per ridurre gli effetti, che sono sotto gli occhi di tutti, dei cambiamenti climatici. Uno dei settori più difficili da decarbonizzare è quello dei trasporti, della mobilità, del trasporto delle persone e delle cose, dei materiali. Nel Piano è previsto un aumento delle auto elettriche, ipotizzando di arrivare a sei milioni di mezzo entro il 2030, di cui quattro milioni full electric. Ma questo sviluppo della mobilità elettrica deve essere accompagnato anche dallo sviluppo della rete elettrica, con le colonnine. Dovremmo essere leader in questo settore, invece stiamo alimentando la Cina, che fa dumping, e che magari produce le auto elettriche con il carbone e costano meno. Bisogna stimolare il mercato europeo, ma senza ucciderlo, rispetto ad altri Paesi che si sono dati obiettivi più a lungo termine. I due settori in cui siamo più distanti dagli obiettivi sono i trasporti e l’edilizia: ma questo che riguarda l’Italia non è un quadro fosco, se confrontato con altri Paesi. La Germania è messa molto peggio di noi, perché ha chiuso le centrali nucleari e aperto quelle a carbone. La Francia è più o meno come noi. Nelle energie rinnovabili abbiamo fatto bene, ma in quei due settori siamo indietro. Lo shift modale dalla ruota al ferro è un altro degli obiettivi del piano, assieme a un incremento dello smart working e i vettori alternativi nei combustibili”. **Alex Vantini - Presidente Coldiretti Veneto:"L’ agricoltura è protagonista della transizione energetica** “Il mondo agricolo vuole essere protagonista della transizione energetica. Lo fa con le biomasse agricole, con i pannelli sulle colture. È sbagliato dire che siamo responsabili delle maggiori emissioni, bisogna vedere quali emissioni. Il settore agricolo decarbonizza l’atmosfera e ha un bilancio positivo. Un ruolo positivo con un percorso iniziato da parecchi anni con la produzione di biogas e biometano. Timmermans come vicecommissario europeo ha impostato un green deal che non tiene in considerazione l’impatto sul territorio. Una politica ideologica che impone all’imprenditore scelte obbligate, ma la filiera deve essere sostenibile anche a livello economico, non solo ambientale. La risposta che ci è stata data non è esaustiva”. **Giambattista Quirico - Presidente SITO Interporto di Torino: “Infrastrutture e poli di scambio”** “Un interporto non è solo un luogo dove ci sono stabilimenti industriali, ma anche dove avviene un interscambio. Il nostro è un terminal ferroviario che svolge un servizio verso la Francia, con attività terminalistiche che riguardano l’autostrada che viaggia attraverso le Alpi. La nostra visione è da qui a 10 anni a venire, con l’alta capacità fino al nostro scalo ferroviario, sul versante al di là delle Alpi o verso il porto di Savona. Il nostro focus è l’intermodalità e il centro agroalimentare, di tipo regionale, con l’ortofrutticolo e coinvolgendo le aziende nel nostro territorio. Questo è un modo per fare sostenibilità ambientale”. **Giambattista Quirico - Presidente SITO Interporto di Torino: “Infrastrutture e poli di scambio”** “Un interporto non è solo un luogo dove ci sono stabilimenti industriali, ma anche dove avviene un interscambio. Il nostro è un terminal ferroviario che svolge un servizio verso la Francia, con attività terminalistiche che riguardano l’autostrada che viaggia attraverso le Alpi. La nostra visione è da qui a 10 anni a venire, con l’alta capacità fino al nostro scalo ferroviario, sul versante al di là delle Alpi o verso il porto di Savona. Il nostro focus è l’intermodalità e il centro agroalimentare, di tipo regionale, con l’ortofrutticolo e coinvolgendo le aziende nel nostro territorio. Questo è un modo per fare sostenibilità ambientale”. **Pier Mauro Masoli -Direttore Nuovi Progetti Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova : “Le autostrade non sono più una commodites, vanno ripensate” “Personalmente, ritengo che logistica e autostrade si parlino meno di quello che dovrebbero. La congestione, il decadimento del servizio, ci fanno pensare che le autostrade non siano più una commodities. Questo, per contro, porta anche le autostrade a non riuscire a fornire un adeguato livello di servizio, e lo abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni. Di notte le autostrade sono semivuote, è uno spunto di riflessione che va colto. Piazzole, aree di sosta, aree di servizio, sono utilizzate in un modo che ne dimostra l’inefficienza. Stiamo introducendo nuove aree nel breve-medio periodo ma il vero sforzo, nel medio-lungo periodo, è proporre un nuovo modello di infrastrutture, proprio perché, se noi parliamo di sviluppo socio-economico sostenibile, la nostra storia di settant’anni ci fa vedere come sia un obiettivo ampiamente raggiunto. Ma prima di iniziare a progettare serve il confronto”. **Michele Villa - Corporate Senior Sales Director Gi Group: “Competenze e formazione per i giovani”** “C’è dietro una bella emergenza. Rappresento la prima multinazionale italiana di offerte di lavoro, ma siamo molto preoccupati. L’ISTAT ci dice che ci sono 430 mila occupati in più rispetto all’anno scorso, che aumentano i contratti stabili. Ma ci sono 3 milioni di giovani italiani che non studiano e non si formano. Ad oggi mancano 10mila autisti, bisogna introdurre il tema del lavoro sostenibile, il che significa che siamo convinti che se riusciamo a dare competenze a tutti, con un focus sui giovani, rendiamo attive le persone per tutto il loro ciclo produttivo. Prima di dare le competenze, bisogna attrarre le persone. Noi offriamo formazione con 486 ragazzi che si stanno formando. La sfida è far capire che cosa i giovani vogliono fare. I primi ad essere formati devono essere le nostre prime linee, altrimenti buttiamo risorse economiche e di tempo”. **Elena Cocuzza - Docente dell’Università di Catania e Referente nazionale formazione Associazione Italiana Ingegneria Traffico e Trasporti: “La transizione green è fondamentale per la convivenza tra porti e contesti urbani”** “Il concetto di sviluppo sostenibile, correlato alla mobilità sostenibile, esiste già dagli Anni ‘90. Secondo me, fondamentalmente, in Italia c’è stato un ritardo nell’acquisire una consapevolezza, specie per quanto riguarda i sistemi marittimi e portuali. Se pensiamo che il riassetto della portualità è stato avviato recentemente, con i decreti del 2016 e 2017, e la maggior parte dei porti si trova in contesti urbani consolidati. La sostenibilità dei sistemi portuali in ambiti urbani è fondamentale, la transizione green è fondamentale, i porti green sono quelli che adottano strategie che mirano a ridurre gli impatti, e deve passare da una maggiore efficienza energetica, l’elettrificazione di tutte le attrezzature portuali. Indubbiamente, anche le strutture di ricarica devono essere green, e quindi bisogna pensare anche di soddisfare il bisogno energico con fonti rinnovabili, pensando all’eolico, al solare, magari passando anche dall’installazione di impianti eolici off-shore”.
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