Economia
Banche: Unimpresa, 132 miliardi di utili in 4 anni, ora tassi in calo e credito famiglie in ripresa
19/11/2024
Dopo due anni di rialzi, i tassi d’interesse stanno rapidamente calando e la discesa sarà decisiva per far ripartire il credito delle banche alle famiglie. La svolta sarà resa possibile anche grazie ai risultati positivi raggiunti dal settore bancario italiano negli ultimi anni: ai 16,4 miliardi di euro di utili del 2021, ai 25,4 miliardi del 2022 e ai 40,6 miliardi del 2023, potrebbero sommarsi, secondo stime preliminari, altri 50,2 miliardi del 2024, per un totale, nell’arco di quattro anni, di oltre 132 miliardi di profitti. Si tratta di record accompagnati da rafforzamenti e miglioramenti dei coefficienti patrimoniali che metteranno le banche in condizione di sostenere al meglio l’economia reale. Dopo un periodo di continui aumenti, che hanno toccato il picco a fine 2023, i tassi applicati dagli istituti di credito stanno progressivamente diminuendo. Nel comparto dei mutui, a esempio, il tasso d’interesse è sceso dal massimo del 4,3% di novembre 2023 al 3,2% di settembre 2024. È quanto emerge da una ricerca del Centro studi di Unimpresa, secondo la quale anche il credito al consumo, sebbene ancora elevato, è passato dal picco di oltre il 9% a una media dell’8,7%, mentre i prestiti personali sono scesi dal massimo del 7,2% all’attuale 5,6%. «La progressiva riduzione dei tassi potrebbe avere un impatto positivo sulle famiglie italiane, facilitando l’accesso al credito dopo una fase, complessa, di alta inflazione e costo della vita in forte aumento. Con tassi più contenuti, le banche potrebbero favorire una ripresa delle erogazioni, soprattutto per quanto riguarda i mutui e i prestiti personali. Questo cambio di rotta potrebbe favorire una rapida ripresa del mercato immobiliare dalla quale scaturirebbero importanti benefici per l’intero ciclo economico» commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora. Il totale del credito bancario alle famiglie, che a settembre 2024 si è attestato sui 665 miliardi di euro, in calo rispetto ai 678 miliardi di luglio 2022, potrebbe invertire la rotta se la tendenza alla discesa dei tassi si consolidasse, in special modo se, come probabile, la Banca centrale europea, taglierà ulteriormente il tasso di riferimento nella prossima riunione di dicembre. «Uno scenario di questo tipo favorirebbe, oltre al comparto del mattone, la ripresa dei consumi e degli investimenti privati, con un impatto positivo sull’economia complessiva. Lo stato di salute positivo, confermato dalle ultime trimestrali presentate dai principali gruppi (quasi 20 miliardi i profitti dei primi cinque), permette alle banche di affrontare la fase attuale con risorse adeguate e con una maggiore propensione al sostegno del credito, tornando a esercitare non solo l’importante ruolo sociale, ma a essere un vero motore per l’economia. La combinazione tra tassi più bassi e maggiore solidità finanziaria rende le banche più inclini a facilitare l’accesso al credito. Con risultati di bilancio estremamente positivi e in continua crescita, gli istituti di credito possono non solo erogare finanziamenti con tassi ridotti, ma anche diversificare e ampliare le offerte di prestito, per rispondere in modo mirato alle esigenze delle famiglie italiane» aggiunge Spadafora.
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