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Assemblea ALIS 2024, Antonio Tajani - Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale

3/12/2024

**“Nessuna divisione politica nella maggioranza, solo sano dibattito”** “Non c’è nessun problema serio, nessuna divisione seria nel governo”: così, recisamente, il vicepremier e capo di Gorza Italia Antonio Tajani ha risposto a Bruno Vespa nell’intervista pubblica all’assemblea generale dell’Alis, a Roma. “Siamo tre forse politiche diverse che però lavorano insieme dal 94, e vogliamo anche aggregare tutte le forze socialiche non vogliono essere schierate a sinistra. Oggettivamente abbiamo notato che con la guida Schlein nel Pd e la Guida Conte nei Cinquestelle entrambi partiti abbiano virato molto a sinistra, e pensiamo sia nostro dovere occupare lo spazio politico che questa virata apre, con delle proposte che possano attirare gli elettori di quei partiti di orientamento moderato e far diventare Forza Italia un punto di attrazione appunto per le componenti moderate di quegli elettorati. Quanto al nostro no sul taglio del canone Rai che ci ha visto dissentire dalla Lega, riteniamo semplicemente che quei 430 milioni che dovevano essere dati alla Rai per ridurre di 20 euro il canine all’anno sarebbe stato semmai meglio investirli per tagliare l’Irpef, investire nell’Ires, aumentare le pensioni o insomma vari altri scopi, tutto qua, ma non è che non ci sia condivisione sulle grandi scelte. Possiamo non essere d’accordo su questo o quell’emendamento ma l’intesa c’è, altrimenti avremmo fondato un partito unico, invece si può discutere anche tra alleati. Da direttore le sa bene – ha aggiunto Tajani rivolgendosi a Vespa – che a Tg1 ci può essere anche dibattito su come aprire il notiziario della sera, tra Siria e Stellantis, ma questo non significa che ci sia scontro in redazione. Anzi: guai se il centrodestra fosse una caserma dove nessuno ha idee e nessuno riflette e discute”. **Dobbiamo difendere il nostro export** “Come prima iniziativa politica dovremo andare a parlare con la nuova amministrazione di commercio internazionale, il nostro Pil è composto per circa il 40% dall’export, quindi per noi è fondamentale. In prima battuta se ne occupa la Commissione europea, poi ci sono problemi bilaterali. Non sono pessimista in assoluto, alla fine del primo mandato Trump ebbe un’attenzione diversa per l’Italia sui dazi. Ma dazi troppo severi contro la Cina rischiano, visto che la Cina ha una super capacità produttiva, di fare orientare la Cina sul mercato europeo. Abbiamo un buon rapporto con la Cina. La partita si apre, mi auguro che prevalga l’equilibrio, la partita commerciale con la Cina riguarda un confronto ancora più ampio e riguarda le strategie globali. Ci sono due blocchi, la moneta cinese ha l’ambizione di sostituire dollaro ed euro come divisa globale. Prepariamoci a difendere il nostro export come abbiamo fatto anche dal punto di vista militare, ringrazio le forze armate per la missione Aspides, grazie alla marina militare decine di nostre navi sono passare indenni dagli attacchi degli Houthi. Tutto dipende dalla situazione a Gaza, se si riesce ad arrivare a un cessate il fuoco e a una stabilizzazione. Ma anche in Siria si combatte una guerra per procura. Una situazione incandescente, la mia prima preoccupazione è mettere in sicurezza i trecento italiani che vivono in Siria, c’è anche il rischio collasso migratorio, ci sono già cinquantamila altri sfollati. Gli Houthi sono foraggiati dall’Iran, Hezbollah e sciiti della Siria e dell’Iraq. Per sostenere il governo legittimo dello Yemen abbiamo nominato un ambasciatore italiano. Per l’export faremo tutto il possibile, la prima cosa concreta che ho deciso di fare è mettere a disposizione tutte le nostre ambasciate: faccio coincidere la giornata dell’export con la riunione delle nostre ambasciate. Abbiamo deciso di organizzare B2B tra ambasciatori e imprese. Mettiamo tutta la macchina organizzativa del ministero degli Esteri a disposizione dell’Italia che produce ed esporta. Quanto alla transizione, dobbiamo tenere conto dell’aspetto sociale: non dobbiamo perdere posti di lavoro. Perderemo 70mila posti di lavoro in Italia se la deadline del 2035 non verrà spostata, così come chiesto dai popolari europei, la famiglia politica cui apparteniamo. E dobbiamo avere il coraggio di andare avanti sul nucleare”. **“Quando lasciai la commissione, rinunciai alla liquidazione, c’era la crisi dell’auto”** “Quando lasciai la commissione era nel pieno la crisi dell’automotive, e io ritenni giusto rinunciare alla mia liquidazione da commissario, di circa 500 mila euro, come segno di sensibilità. Mi auguro che questo comportamento possa essere seguito anche da altri”.
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