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Assemblea ALIS 2023, Nello Musumeci, Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare

15/11/2023

**La struttura di missione per coordinare le politiche del mare** “Grazie alla famiglia Grimaldi per aver dati questa occasione di confronto. Perché un Piano del mare? Perché finora le filiere che la compongono, pur essendo attestate nel contesto mondiale non parlavano tra di loro. Per caricare e scaricare merci in un porto intervengono nove amministrazioni dello Stato. Per un imprenditore è una follia, il tempo è una componente essenziale. Specie in un contesto mondiale che cambia, la concorrenza è sempre più insidiosa. Dobbiamo superare degli ostacoli. Primo: non siamo un paese marittimo nella coscienza della gente, l’Italia ha una cultura terragna. Anche noi siciliani ci ricordiamo del mare solo quando andiamo a fare il bagno. Nella Costituzione non è mai citata la parola mare. Abbiamo il dovere di guardare avanti diffondendo un nuovo approccio alla cultura del mare. Bisogna prendere gli impegni che si sa di poter mantenere. Il mio compito è quello di avviare un processo di protagonismo del tema mare nell’agenda governativa. Abbiamo creato una struttura di missione che presiedo, una sorta di dipartimento che si occupa di mettere attorno a un tavolo tutti i ministeri che hanno a che fare con il mare, dalla pesca allo sport ai trasporti. Un comitato interministeriale per affrontare i temi. Un esempio: abbiamo la necessità della digitalizzazione dei sistemi portuali, aggiornare il codice della navigazione che ha 80 anni, il subacqueo e le terre rare, tema di concorrenza con i paesi asiatici. Siamo primi nella nautica. Stiamo lavorando perché il settore ittico possa tornare protagonista. Il mare può diventare motore di crescita per il Sud. Serve innanzitutto una strategia: finora l’approccio al mare è stato economicistico. Oggi abbiamo capito di essere prigionieri nel Mediterraneo, siamo racchiusi tra iol canale di Suez e lo stretto di Gibilterra, dobbiamo guardare ai temi della sicurezza, i conflitti internazionali ci devono spingere a essere protagonisti non spettatori. Il presidente del consiglio vuole il dialogo con i paesi del Mediterraneo, siamo portati a essere anello di congiunzione. Per contare nel Mediterraneo dobbiamo fungere da cerniera”. **Ue non ha mai avuto politica per il mare, noi decisivi con piano Mattei** "L'Europa non ha mai avuto una politica per il Mediterraneo. Se si ricorda la Zona di libero scambio del 2010, frutto della conferenza di Barcellona, si capisce che l'Ue non ha mai guardato al Mediterraneo come risorsa. Oggi l'elemento di novità è rappresentato dal piano Mattei, che può sembrare solo una denominazione ma dietro queste due parole c'è una strategia che deve consentire prima all'Italia e poi all'Europa di aprirsi ai paesi africani, che hanno bisogno della nostra capacità tecnologica ed innovativa su un terreno di apri dignità". Sono le parole di Nello Musumeci, ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, intervistato dal giornalista Nicola Porro all’Assemblea ALIS e Stati Generali del Trasporto e della Logistica, in corso all’Auditorium della Conciliazione di Roma. "Ma qualche paese dice che non si devono fare accordi con i dittatori", ha fatto notare Porro. "E' il riflesso di una politica di centrosinistra che l'Europa porta avanti da oltre 20 anni con risultati zero", ha replicato il ministro. "E' fuori discussione che se vogliano salvaguardare il ruolo di ciascuno di noi bisogna dialogare con questi paesi". E poi ha aggiunto: "Gli Usa hanno sempre meno interesse verso area indo-pacifica, a cominciare dal Mediterraneo, ecco perché Biden e il Capo della Repubblica popolare cinese hanno bisogno della mediazione dell'Italia per una politica europea condivisa che noi vogliamo realizzare con Grecia, Malta, Francia e Spagna". Infine, Porro ha chiesto al ministro Musumeci, che ha anche la delega alla Protezione civile, cosa si sta facendo per "le zone campane, perché lì è scritto che succederà qualche cosa, è una zona a rischio, si può solo prevenire?". "Da secoli la comunità locale convive con il rischio vulcanico e con il bradisismo, in alcuni periodi l'innalzamento è di oltre 1 metro. E' chiaro che teniamo sotto monitoraggio la situazione complessiva, oggi ci sono 450mila persone in quell'area e bisogna lavorare con il sistema preventivo che tiene conto della realtà fortemente antropizzata. Non occorre creare allarmismo ma il mondo scientifico ci dice che da una settimana all'altra le fasi si alternano. Per la prima volta c'è un decreto legge già all'esame del Parlamento, con 5 misure preventive compreso un piano di comunicazione per la popolazione, perché un cittadino consapevole è un cittadino protetto. Il rischio zero non esiste ma tutti dobbiamo capire che la prevenzione diventa l'unico rimedio per poter pacificamente convivere con un'Italia ballerina ma che è la più bella al mondo".
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