Alis

ALIS a Manduria, Emanuele Grimaldi - Presidente International Chamber of Shipping e AD Gruppo Grimaldi

16/7/2024

***"sorpreso io stesso nel vedere l’unità degli armatori"*** «Sono rimasto anch’io sorpreso di vedere quanto siamo stati uniti a perseguire i nostri fini. Finché si trattava di sicurezza di obiettivi comuni era abbastanza scontato, ma quando siamo andati sulla decarbonizzazione sono rimasto favorevolmente stupito. Nel 2050 zero emissioni, l’abbiamo fatto prima di tutti, poi gli Stati hanno raggiunto lo stesso accordo: un segno di grande responsabilità ambientale e sociale da parte degli armatori, che prima ancora che ci fossero queste decisioni hanno fatto un grandissimo sforzo che costerà miliardi al settore: 90mila navi utilizzeranno i nuovi carburanti, ma non è una passeggiata: l’ammoniaca può essere pericolosa, l’idrogeno è esplosivo, almeno la metà dei marittimi, cioè un milione, dovranno fare corsi prima di usare i nuovi carburanti. Poi con quello che purtroppo è successo, la guerra, gli Houthi yemeniti che bombardano, ringraziamo la Marina che ha svolto un ruolo di primissimo livello, ha scortato le nostre navi. La mia preoccupazione aumenta, sono aumentati gli attacchi e abbiamo deciso di non fare passare le nostre navi nonostante il costo sia molto superiore rispetto anche ai costi assicurativi, il costo di circumnavigare l’Africa quando si è diretti verso il Mediterraneo è enorme, ma la sicurezza delle nostre navi è troppo importante e il pericolo è troppo grave: gli attacchi sono molto forti, hanno fatto danni gravi, vittime, un equipaggio è ancora in ostaggio, ci sono stati 6-7 morti. Siamo stati minacciati direttamente in questi termini: “siccome Grimaldi con le sue navi tocca parte dei porti della Palestina occupata dagli israeliani, cercheremo di colpirvi dovunque voi siate”. ***"L’approccio da fortress Europe è sbagliato"*** «Tutta la vita mi sono occupato della sostenibilità, oggi è qualcosa che è socialmente dovuta, fino a qualche anno fa c’erano ancora alcuni scettici sul climate change. Sulle navi cinesi c’è un’enorme quantità di tecnologia europea, come i motori Rolls Royce, che viene esportata verso Cina, Corea, Giappone. Purtroppo dal punto di vista dell’approccio verso l’ambiente c’è un approccio da fortress Europe, come fosse un problema europeo; ci vorrebbe un maggiore sforzo da parte europea di fare passare normative a livello mondiale, aiutando i paesi che fanno più fatica. Abbiamo proposto un contributo iniziale di circa 50 dollari per tonnellata di olio combustibile marino consumato, per ottenere 12 miliardi di dollari, 6 miliardi per aiutare chi usa nuovi carburanti che costano più del doppio, altrettanti per i paesi meno sviluppati perché possano sviluppare e utilizzare questi carburanti. Noi che diciamo che siamo gli ambientalisti stiamo tassando le macchine elettriche cinesi, ma noi esportiamo le macchine peggiori in Cina; siccome il valore di quello che esportiamo è molto maggiore è l’ennesimo suicidio, verranno ridotte le nostre esportazioni».
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